L’e-commerce in Spagna sta conoscendo una rapida crescita, grazie alla diffusione di Internet e alla fiducia sempre maggiore dei consumatori nelle transazioni online. Con una popolazione di 47,3 milioni di persone e una forte concentrazione urbana, il Paese offre un mercato vasto e dinamico per il commercio elettronico. La Spagna si distingue anche per la sua eccellente infrastruttura digitale e per un’economia in ripresa, che la rendono un terreno fertile per le attività online. Tuttavia, la diversità linguistica e le sfide della competizione globale richiedono strategie attente e mirate per sfruttare appieno il potenziale di questo mercato in espansione.

Alcune informazioni sul Paese

Quando si pensa alla Spagna, le immagini che affiorano alla mente sono soprattutto le spiagge assolate delle Canarie e i colori vivaci dell’Andalusia. Eppure, nonostante una delle maggiori attrazioni del Paese siano sicuramente le sue splendide coste, la Spagna è un paese ampiamente montuoso, con vasti altipiani e catene di carattere alpino.

La popolazione di 47,3 milioni di persone è distribuita su una superficie di 505.983 km², il che si traduce in una media di quasi 93 persone per chilometro quadrato. Si tratta di una densità di popolazione significativamente inferiore a quella dell’Italia che, con 196 abitanti per chilometro quadrato, è fra i Paesi più densamente popolati d’Europa.

Tuttavia, il dato spagnolo non deve trarre in inganno: circa l’80% della popolazione vive nelle grandi città, come Madrid e Barcellona. Al di fuori dei maggiori centri abitati, ci sono solo alcune regioni densamente popolate lungo le coste settentrionali, meridionali e orientali, tra cui le isole Baleari e le Canarie. Le altre zone sono scarsamente popolate o addirittura disabitate.

Questa particolare distribuzione della popolazione risulta molto vantaggiosa per l’e-commerce: la stragrande maggioranza delle persone può infatti essere servita facilmente da pochi centri logistici situati strategicamente vicino alle aree urbane.

Che lingue si parlano in Spagna?

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, in Spagna non si parla solo la lingua spagnola, o castigliana. È vero che secondo la Costituzione spagnola il castigliano è la lingua ufficiale dello Stato, ma si deve considerare che in alcune comunità esiste un’altra lingua co-ufficiale, quindi ufficiale quanto lo spagnolo. Le tre lingue co-ufficiali sono il basco, il galiziano e il catalano.

Per affermarsi sul mercato spagnolo dell’e-commerce, quindi, è necessario tener conto di questa ricchezza linguistica e realizzare siti che propongano, oltre al castigliano, anche le eventuali versioni nelle altre lingue del Paese.

Una nota importante da non trascurare è che lo spagnolo di Spagna è significativamente diverso da quello parlato nell’America Latina. Perciò un sito Internet progettato per il Messico, ad esempio, dovrà essere assolutamente localizzato anche linguisticamente prima di proporlo in Spagna, e viceversa.

Economia e digitalizzazione

La Spagna si attesta al tredicesimo posto nel ranking delle economie mondiali e al quinto in Europa. Con 47 milioni di potenziali consumatori e 80 milioni di turisti ogni anno, la Spagna si dimostra inoltre uno dei mercati europei più attraenti.

Possiede due dei maggiori aeroporti d’Europa (Madrid e Barcellona), è terza in Europa per trasporto aereo dei passeggeri, prima per lunghezza delle autostrade, prima in Europa e seconda al mondo per lunghezza delle linee ferroviarie ad alta velocità.

Nel 2022, si colloca al settimo posto tra i 27 Stati membri dell’UE nell’Indice dell’economia e della società digitali (DESI). Il Paese sta compiendo importanti passi avanti, soprattutto nell’integrazione della tecnologia digitale (undicesimo posto) e nei servizi pubblici digitali (quinto posto).

La Spagna è uno dei leader a livello europeo in materia di connettività, collocandosi al terzo posto in Europa per il secondo anno consecutivo. La percentuale di persone che possiedono almeno le competenze digitali di base è superiore alla media UE (64% rispetto al 54%) ed è aumentata significativamente negli ultimi anni.

La Spagna è uno dei paesi dell’UE con i migliori risultati in termini di connettività digitale, al terzo posto tra gli Stati membri. Ottiene risultati particolarmente buoni per quanto riguarda la copertura della rete fissa ad altissima capacità (VHCN) (94% rispetto alle media UE del 70%), mentre si colloca solo a metà classifica per quanto riguarda la copertura 5G.

Le attuali tendenze nell’e-commerce spagnolo

L’e-commerce è molto diffuso in Spagna: il 60% dei consumatori spende mensilmente tra 20 e 100 euro in acquisti online, mentre il 28% dichiara di spendere più di 100 euro al mese. Nel 2021, gli utenti spagnoli hanno acquistato in media oltre l’8% in più rispetto al 2020, un dato che risulta ancora più sorprendente se si considera l’impennata dell’e-commerce verificatasi a livello globale durante la pandemia di Covid.

Nel settore della vendita al dettaglio online, vale la pena notare che gli acquirenti stanno diventando sempre più esigenti. Sebbene il prezzo giochi ancora un ruolo importante nelle decisioni d’acquisto, i consumatori tengono sempre più in considerazione altri fattori come la gratuità dei resi, i tempi di consegna rapidi e la qualità dei prodotti. Il 90% dei consumatori, ad esempio, dà più importanza alle spese di spedizione gratuite rispetto alla comodità di una consegna rapida o a domicilio.

La grande distribuzione organizzata e il franchising sono canali molto sviluppati nel Paese iberico, con il dominio assoluto delle catene di supermercati. Quasi tutti i principali operatori della grande distribuzione, come Mercadona, Carrefour, Lidl, Alcampo, Dia, El Corte Inglés, offrono la possibilità di effettuare acquisti online, decretando una progressiva perdita di quota dei punti vendita fisici, che però resistono soprattutto nei settori come quello del fresco.

Come pagano gli spagnoli: i metodi di pagamento preferiti

Anche prima del Covid, i cittadini spagnoli dimostravano già una certa dimestichezza con i metodi di pagamento digitale, ma la pandemia e la conseguente necessità di ridurre i contatti interpersonali li ha spinti ancora di più a evitare il pagamento in contanti. Soltanto sei anni fa, nel 2017, il pagamento in contrassegno rappresentava ancora circa il 10% delle transazioni online.

Secondo i dati di Statista, nel 2022 quasi un terzo degli utenti di e-commerce in Spagna ha scelto di pagare i propri acquisti tramite sistemi di e-wallet, come PayPal. Le carte di credito si sono classificate al secondo posto (28%), davanti alle carte di debito (16%). Il pagamento in contrassegno retrocede agli ultimi posti, con una percentuale del 2%. Le preferenze di pagamento registrate in Spagna si dimostrano pertanto in linea con quelle di molti altri Paesi dell’Europa occidentale.

Esportare in Spagna

Italia e Spagna, per prossimità geografica, culturale e di orientamento dei consumi, intrattengono da sempre relazioni economico-commerciali di rilievo.

Dopo la flessione registrata nel biennio 2012-2013, l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha ricominciato a crescere a partire dal 2014, grazie anche alla ripresa dell’economia spagnola e al recupero della domanda interna.

Con una quota di mercato del 5,1%, la Spagna è il quarto mercato di destinazione per l’export italiano e il quinto fornitore (4,7%). I dati relativi al 2022 fanno registrare livelli record per l’interscambio bilaterale, che ammonta a quasi 63 miliardi di euro.

Sebbene la Spagna, com’è noto, faccia parte dell’UE esattamente come l’Italia e valgano quindi le stesse disposizioni in vigore per lo scambio di merci in tutti gli Stati membri, è bene ricordare che le Isole Canarie e le enclavi spagnole di Ceuta e Melilla costituiscono delle eccezioni.

Le Isole Canarie hanno un proprio sistema di IVA (IGIC, Impuesto General Indirecto Canario). L’aliquota fiscale è compresa tra il 3 e il 13,5% ed è prevista un’aliquota speciale per i prodotti del tabacco. I prodotti alimentari di base sono esenti dall’imposta, tuttavia le merci importate che competono con i prodotti locali possono essere assoggettate a una speciale imposta canaria.

Le enclavi spagnole di Ceuta e Melilla non fanno parte del territorio doganale e fiscale dell’UE. Tutte le esportazioni verso Ceuta e Melilla devono quindi essere trattate come esportazioni verso un Paese terzo. Questi territori sono considerati zone esenti da dazi, ma sulle importazioni viene applicata un’imposta locale (IPSI, Impuesto sobre la Producción y la Importación), con un’aliquota compresa tra lo 0,5% e il 10%.

Conclusioni

In sintesi, l’e-commerce in Spagna sta vivendo una fase di forte espansione, trainata dalla sempre maggiore accessibilità di Internet e dalla fiducia crescente dei consumatori nelle transazioni online. La distribuzione demografica concentrata nelle grandi città favorisce l’efficienza logistica, mentre la diversità linguistica del Paese richiede strategie di mercato mirate. La Spagna, con una solida infrastruttura digitale e un’economia in crescita, rappresenta un mercato attraente per il commercio elettronico. Tuttavia, le varie sfide, come la competizione globale e la necessità di innovazione, rimangono cruciali per garantire un successo sostenibile nel settore.

Fonti

 

autor_eurotext_100Autore: Redazione Eurotext

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